Osho – La personalità: la tua maschera nella società
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3 Ott 2012

Osho – La personalità: la tua maschera nella società

apsrenudo LE RISPOSTE DAL VUOTO

Amato Maestro,
vale la pena mettercela tutta per migliorare la mia personalità?

Mi hai mai veramente ascoltato? Io non ho fatto altro che dire che devi lasciar cadere la tua personalità per scoprire la tua individualità.

Ho insistito sul fatto che tu non sei la tua personalità. E’ una maschera che gli altri ti hanno messo addosso, non è la tua vera realtà, non è il tuo volto originale. E tu mi chiedi se devi mettere tutta la tua energia nel migliorare la personalità?
Impegnati con tutto te stesso per distruggerla, metti ogni tua energia nello scoprire la tua individualità. E fai una distinzione netta: l’individualità è ciò che hai portato con te fin dalla nascita, è la tua vera essenza, mentre1a personalità, è ciò che la società ha fatto di te, o voleva fare, di te.Nessuna società, fino a oggi, è stata in grado di dare ai propri figli la libertà di essere se stessi. Sembra rischioso, possono rivelarsi dei ribelli, possono non seguire la religione dei loro avi, possono avere dei dubbi sulla vera grandezza dei “grandi politici”, possono non fidarsi dei vostri valori morali. Troveranno la propria moralità, il proprio stile di vita. Non saranno dei replicanti, non ripeteranno il passato, ma saranno esseri del futuro.
Tutto ciò ha generato il timore che possano prendere una strada fuorviante. Prima che questo accada, ogni società cerca di indirizzarli in una direzione ben precisa, dà loro una certa idea di ciò che è bene e di ciò che è male, li orienta verso una particolare religione, verso certi testi sacri. Questi sono i modi con cui si forma la personalità, e la personalità funziona come un carcere. E tu mi dici di voler migliorare la tua personalità? Ma sei forse nemico di te stesso?Certo, non capita soltanto a te. Milioni di persone, nel mondo, conoscono solo la propria personalità: non sanno che esiste qualcosa di ben più grande, hanno dimenticato completamente se stessi, hanno perfino dimenticato la strada per arrivare a se stessi. Sono diventati tutti attori, ipocriti; sono diventati burattini nelle mani di preti, politici, genitori; fanno cose che non avrebbero mai voluto fare e non fanno ciò che invece desiderano ardentemente fare da sempre. La loro vita è scissa in direzioni così diametralmente opposte, che non possono mai essere in pace. La loro natura si affermerà incessantemente, non li lascerà in pace, mentre la loro cosiddetta personalità continuerà a reprimerla, spingendola sempre più nelle profondità dell’inconscio. Questo conflitto, ti separa dalla tua stessa energia, e una casa spaccata in due non può stare in piedi a lungo.Tutta la sofferenza degli esseri umani si riduce a questo: non si lasciano andare nella danza, nel canto, nella gioia. Le persone sono tutte prese nel fare la guerra a se stessi. Non hanno energia, né tempo per fare altro che non sia combattere se stessi. Devono combattere con la propria sensualità, devono combattere con la propria sessualità, devono combattere con la propria individualità, devono combattere con la propria originalità. E devono combattere per qualcosa che non vogliono essere, che non appartiene alla loro natura, che non è il loro destino.

Perciò, per un certo periodo riescono a conservare la propria finzione, poi la realtà torna ad affermarsi. La loro vita prosegue con alti e bassi, ed essi non riescono a capire chi veramente siano: il repressore o il represso; l’oppressore o l’oppresso. Ma qualunque cosa facciano, non potranno mai distruggere la loro natura. Possono certamente avvelenarla; possono distruggere certamente la gioia, possono distruggere la danza, possono distruggere l’amore. Possono rendere la loro vita un inferno, ma non possono distruggere completamente la loro natura. Ne, del resto, possono buttar via la loro personalità, perché questa porta con sé gli antenati, i genitori, gli insegnanti, i preti, l’intero passato. E’ il loro retaggio, ed essi vi si attaccano.

Tutto il mio insegnamento, è un invito a non attaccarti alla personalità: non è tua né lo sarà mai. Lascia che la tua vita si riempia di libertà, rispetta te stesso, sii orgoglioso di essere te stesso, chiunque tu sia. Cerca di avere una tua dignità! Non ti lasciare distruggere dalla morte.

Nella tua testa si assiepano persone morte in migliaia di anni. Esse sono la tua personalità: e vorresti fare meglio di loro? In questo caso, evoca altri morti! Va’ a scoperchiare altre tombe, porta alla luce altri scheletri. Circondati di scheletri di ogni tipo… e la società ti rispetterà, ti onorerà, ti apprezzerà, ti attribuirà un grande prestigio; sarai considerato un santo. Ma, vivendo con i morti, circondato da persone morte, non riuscirai a ridere, sarai così fuori luogo, non potrai danzare, non potrai cantare.  Non potrai amare.

La personalità è una cosa morta. Lasciala cadere in un colpo solo, non a pezzetti. Non farlo lentamente, un po’ oggi, un po’ domani, perché la vita è breve e il domani non è mai sicuro.
Ciò che è falso è falso. Lascialo da parte totalmente!
Ogni essere umano vero, deve essere un ribelle. Un ribelle contro chi?
Contro la propria personalità.

Un nippo-americano, da tempo era un frequentatore abituale di un ristorante greco, perché aveva scoperto che facevano un riso fritto dal gusto particolare. Ogni sera andava in quel ristorante e ordinava “liso flitto”.., cosa che faceva sbellicare dalle risa il proprietario. A volte aveva accanto a sé due o tre amici ai quali voleva far sentire il giapponese che ordinava il suo “liso fIitto”. Alla fine il cliente si sentì così ferito nel suo orgoglio che prese lezioni di dizione, per arrivare a pronunciare correttamente “riso fritto”. E quando ritornò a frequentare il ristorante, disse con naturalezza: “Un riso fritto, per favore!”. Incapace di credere alle sue orecchie, il proprietario del ristorante disse: “Cosa? Vuol ripetere?” Il nippo-americano replicò: “Hai capito cosa ho detto, stlonzo di un gleco!”

Per quanto tempo puoi continuare a fingere? La realtà verrà a galla un giorno o l’altro, ed è meglio se affiora subito. Non occorre migliorare la tua dizione! Lascia semplicemente perdere tutta questa storia della personalità. Sii solo te stesso. Per quanto duro e pazzesco ti sembri all’inizio, presto comincerà a rivelare la sua grazia, la sua bellezza.
Quanto alla personalità… continua pure a lucidarla, ma sarà come lucidare qualcosa di morto, che non solo distrugge il tuo tempo, la tua energia, la tua vita, ma anche chi sta intorno a te. Ci influenziamo tutti l’un l’altro. Quando qualcuno fa qualcosa, anche tu cominci a farlo. La vita è contagiosa, tutti cercano di migliorare la propria personalità ecco perché ti è entrata in testa quest’idea.

Ma la mia gente non lo sta facendo. Non è una folla, una massa. Rispettano se stessi e gli altri. Sono orgogliosi della propria libertà e vogliono che tutti gli altri siano liberi, perché la libertà ha dato loro infinito amore e gioia in abbondanza. Per questo, vorrebbero che ogni altro essere umano, nel mondo intero, fosse libero, in amore e colmo di felicità.
E’ una cosa possibile solo se sei originale, non qualcosa di raffazzonato, di falso, ma qualcosa che cresce dentro di te, radicato nel tuo essere, che giunge a fioritura, quando viene la stagione giusta. E arrivare a veder sbocciare i propri fiori, è l’unico destino, il solo stile di vita che abbia valore.

Viceversa. la personalità non ha radici: è di plastica, è falsa. Non è difficile lasciarla cadere, ci vuole solo un po’ di coraggio. E la mia sensazione, dopo aver conosciuto migliaia di persone, è che tutti hanno questo coraggio, semplicemente non viene utilizzato. Una volta che si comincia a usarlo, si attivano fonti per ora sopite, e si diventa capaci di avere ancora più coraggio, di diventare ancora più ribelli.

Farai la rivoluzione dentro di te.
Chi vive questa rivoluzione dentro di sé, diventa un essere che è una gioia a vedersi, perché ha realizzato il proprio destino. Ha trasceso la folla dozzinale, la massa addormentata.

Pubblicato nel numero 100
Tratto da: The Golden Future – 19 aprile 1987
Osho – Il pensiero positivo: la filosofia dell’ipocrisia Osho – L’essenza

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